domenica 23 gennaio 2011

IL MORSO DI UN CANE DISTRUSSE LA VITA DI UN GRANDE ARTISTA

Dopo oltre trent'anni dalla leggendaria mostra monografica allestita dal direttore Werner Hofmann in occasione del secondo centenario della nascita, è sempre la Kunsthalle di Amburgo – che possiede ventinove dei trentacinque dipinti esistenti – a dedicare al genio romantico di Philipp Otto Runge quest'altrettanto straordinaria rassegna, aperta per commemorare il bicentenario della morte.
La presenza – insieme a tutta l'opera pittorica – di oltre duecento disegni e cinquanta silhouette ne fa la mostra più completa mai dedicata a un personaggio che, in una breve e intensa esistenza consumatasi in soli 33 anni, ha espresso una delle svolte più originali dell'intera storia dell'arte.
Nono degli undici figli di un ricco commerciante e armatore della Pomerania, Runge dovette distinguersi per una sovraeccitata sensibilità dovuta anche alla salute cagionevole. A dodici anni, dopo una convalescenza di due mesi per il morso di un cane, contrasse la tubercolosi che lo porterà alla morte prematura. Nonostante ciò riuscì non solo a portare a termine gli studi conquistando un bagaglio culturale impressionante, ma – nelle pause della malattia – iniziò a disegnare e a ritagliare figurine da giornali e libri illustrati che poi incollava in un estroso gioco di fantasia e combinazione. Il trasferimento nel 1795 ad Amburgo presso il fratello maggiore Daniel per far pratica presso una compagnia di navigazione e dunque seguire le tradizioni familiari si rivelò estremamente stimolante sul fronte intellettuale. Qui – aiutato economicamente da Daniel – poté coltivare la sua irrefrenabile vocazione per l'arte, che Philipp nel 1798 attribuì a un'illuminazione divina.
Ottenuto il consenso paterno, nel 1799 si iscrisse all'Accademia di Copenaghen, allora all'avanguardia nella diffusione della nuova cultura neoclassica. Ma era un ambiente che – con le sue regole e certezze – apparve subito estraneo alla impressionante ambizione del giovane di creare con un'arte nuova, una nuova religione e addirittura una nuova visione del mondo. Il titolo della mostra «Runge Cosmos» rende bene quest'ansia di nuovo, condivisa con artisti altrettanto irregolari e straordinari come Blake e l'amico Friedrich, che si rifiutarono di compiere il canonico viaggio in Italia, alla ricerca delle antichità e del bello ideale.

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