mercoledì 27 ottobre 2010

IL PADRONE DEL PITBULL RESTA IN CARCERE

Gianni Carrucciu è stato ritenuto «socialmente pericoloso», e rischia nuove imputazioni. Il giudice: «Sapeva che sarebbe accaduto». Aggravante contestata per la prima volta
di Daniela Scano

SASSARI. Gianni Carrucciu aveva previsto la tragedia ma ha lasciato lo stesso l’anziana madre in balìa di tre cani pericolosi. Si chiama colpa cosciente l’aggravante contestata dal pm Paolo Piras al proprietario del pitbull che lunedì ha sbranato e ucciso Paola Dessole, 77 anni, nell’appartamento di via Diaz che la pensionata divideva con il figlio e con i suoi animali. Ieri mattina, con una ordinanza destinata a fare discutere, il giudice monocratico Marina Capitta ha convalidato l’arresto dell’uomo e ne ha disposto il trasferimento in carcere fino al giorno del processo per omicidio colposo.

Colpa cosciente, quindi, ma anche caparbia e pericolosa volontà di ignorare le esortazioni dei fratelli a liberare la madre dalla presenza dei cani che le facevano paura. In modo particolare Big, il grosso pitbull che lunedì ha aggredito la donna e l’ha soffocata serrandole la trachea tra le fauci prima di straziarla, trascinandola come uno straccio nell’androne dell’appartamento. Secondo il pm Paolo Piras, la tragedia poteva e doveva essere evitata.

Il pubblico ministero ha contestato all’imputato una imputazione inedita e borderline tra colpa e consapevolezza. Una morte certamente non voluta, eppure così prevedibile da sfiorare la scelta consapevole di affrontare il rischio. È la prima volta, in Italia, che al proprietario di un cane che ha ucciso viene contestata questa aggravante. In caso di condanna, Gianni Carrucciu rischia l’aumento di un terzo della pena.

La decisione del giudice Capitta è arrivata alle 15, al termine di una mattinata convulsa e carica di tensione. Gianni Carrucciu è arrivato alle 11 a palazzo di giustizia proveniente dalla questura. Il disoccupato quarantottenne era scortato dagli agenti della sezione Volanti che l’avevano arrestato, dal capo della squadra Mobile Giusy Stellino e dall’ispettore Peppino Pinna, responsabile della sezione omicidi della questura. Nessuno dei fratelli dell’u omo si è presentato in tribunale. La famiglia, hanno accertato gli investigatori, aveva cercato in tutti i modi di proteggere Paola Dessole da quei cani, senza però riuscire a convincere Gianni Carrucciu a portarli altrove. La relazione sulla tragica fine della pensionata è stata fatta, in un’aula blindata perché l’udienza di convalida si è svolta in camera di consiglio, dal sovrintendente Giampaolo Manunta, il primo lunedì mattina a entrare nell’a ppartamento di via Diaz dopo l’allarme dato da Carrucciu. Il proprietario del cane era scosso e, mentre tracannava uno dietro l’altro tre bicchiari di liquore forte chiesto a una vicina, sembrava proccupato soprattutto per la sorte dei cani. «Ecco, lo avete già condannato» avrebbe detto lunedì Gianni Carrucciu ai poliziotti che ipotizzavano la morte violenta di Paola Dessole ad opera di Big. Tesi confermata, con particolari raccapriccianti, dal medico legale che ha eseguito l’autopsia sul cadavere della pensionata.

Ieri mattina Gianni Carrucciu si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del giudice e delle parti. «È stata fatta una grande confusione» è stata l’unica frase pronunciata dal proprietario del cane. Contro la convalida dell’arresto e la custodia in carcere dell’indagato, sollecitata dal pm, si è pronunciato l’avvocato difensore Giuseppe Lepori. «Non aggiungiamo dolore a dolore - ha detto il legale -. Il mio assistito ha perso la madre tragicamente e adesso viene accusato di essere il responsabile della sua fine».

Di diverso avviso il giudice monocratico. Nella sua ordinanza, il magistrato evidenzia «i gravi indizi di colpevolezza» raccolto dalla Mobile a carico di Carrucciu, ma anche il fatto che l’uomo «era stato più volte sollecitato ad allontanare i cani dall’a bitazione familiare, avendo ricevuto in tal senso espresse richieste dai condomini dello stabile, dai suoi familiari e dalla stessa madre la quale negli ultimi tempi aveva esternato forti paure nei riguardi delle bestie».

Prima di applicare a Carrucciu la custodia cautelare in carcere, il giudice Capitta ha ricordato i precedenti dell’imputato e le sue reazioni «violente e aggressive soprattutto ogni volta egli veniva invitato a desistere dal detenere gli animali nell’appartamento, tra l’altro inserito in un condominio frequentato da bambini». «A ciò - secondo il giudice - deve aggiungersi la mancanza di considerazione delle paure, purtroppo fondate, manifestategli dalla madre riguardo alla pericolosità dei cani». Da qui la decisione di mandare Carrucciu in carcere, dove l’uomo è stato accompagnato dopo la lettura del dispositivo. La difesa annuncia ricorso al tribunale della libertà. L’udienza dovrebbe essere celebrata entro quindici giorni. Intanto, il pm Piras ha annunciato che non escludere altre contestazioni. L’inchiesta sulla tragedia di via Diaz non è affatto chiusa e nel frattempo, l’appartamento resta sigillato.

http://lanuovasardegna.gelocal.it/dettaglio/il-padrone-del-pitbull-resta-in-carcere/1489447

1 commento:

  1. Spero vivamente che gli diano il massimo della pena con tutte le aggravanti previste... è veramente uno schifo ...

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